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i soci. Inviate foto e articoli, i lavori migliori saranno
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Una
delle novità del 61° Salone delle due ruote di Milano è la bicicletta
“Tre
Cime”. La moda è esplosa in Giappone. Si
tratta di una bicicletta «ibrida», prodotta dalla Colnago, una via di mezzo tra
la mountain bike e la bici da passeggio. Caratteristiche: copripedali per non
rovinare i pantaloni, telaio in alluminio leggero come le bici da corsa, 24
rapporti, pedali doppi (da una parte adatti alle scarpette da vero ciclista,
dall' altra da utilizzare con le scarpe da tennis), manubrio regolabile.
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La bicicletta elettricamente
assistita della
Aprilia si chiama ENJOY. Aiuta a vivere la quotidianità degli spostamenti urbani
in maniera attiva, dinamica ed ecologica. E' un mezzo nuovo, divertente, facile
da usare e in linea con le nuove esigenze di mobilità urbana. Soddisfa alla
grande il desiderio di movimento, sport e attività fisica aiutando a ricaricarsi
dallo stress di tutti i giorni. Sul sito della Aprilia (vedi la nostra pagina
“links amici”) troverete tutte le relative notizie
tecniche. |
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La
bicicletta riciclata. Lattine, tubetti, barattoli, fogli di alluminio
e altro ancora, ecco quello che serve per costruire la city bike, la prima
bicicletta intelligente fatta interamente di alluminio riciclato. Prodotta dal
C.I.A.L. Consorzio Imballaggio Alluminio, questa bici è caratterizzata da un
deesign innovativo. Solo su ordinazione è disponibile una versione unisex, a
scelta gli accessori e il diametro delle ruote (24, 26, 28). (dalla
rivista Gioia)
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dalla rivista
"Focus"
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Bici
mostruosa: altezza mt. 5,40 lunghezza mt. 9.50. Ma con ruote più
grandi si va più veloce solo in linea di principio. Una ruota di diametro
maggiore produce un attrito di rotolamento minore e quindi permette di andare
più veloci. Ma esistono varie controindicazioni: una bici così è poco
maneggevole; queste dimensioni renderebbero le ruote troppo flessibili e quindi
si dovrebbe farle più robuste e più pesanti; il veicolo sarebbe meno sicuro. Dal
punto di vista sportivo il regolamento dell'Unione ciclistica internazionale
sancisce che le ruote delle bici da gara debbano avere un diametro compreso tra
55 e 70 cm.
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La Autobike è l'unica bicicletta a 8
velocità in grado di variare la rigidità delle sospensioni e di selezionare da
sola il rapporto ideale in base alla pendenza mantenendo il numero di giri
costante. Una vera comodità, niente più azioni continue sul cambio e ritmo della
pedalata sempre lo stesso. Il meccanismo controllato da una centralina
elettronica si chiama Digital Integrated Intelligence è stato messo in commercio
dalla Shimano (costa oltre 2.000 euro).
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Uno studente britannico ha realizzato un bicitaxi ecologico
premiato dalla British Standard Institution. Il taxi è un ibrido tra una
bicicletta e un risciò. Dotato di un motore elettrico si chiama quickshaw ottimamente sperimentato nel
traffico londinese.
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l'8 settembre si festeggia
la Madonna del Ghisallo, patrona dei corridori ciclisti. Almeno una
volta nella vita ogni ciclista, per devozione alla Madonna, deve affrontare la
salita che conduce al santuario, sorto nel 1603.
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Il Ghisallo è un valico
della Lombardia, in Brianza (provincia di Como), a 754 metri d'altezza, punto
culminante della strada che da Erba conduce a Bellagio per la Valsassina. Vi
sorge il famosissimo santuario dedicato alla Madonna protettrice dei ciclisti. Conserva al suo interno una serie
interessantissima di cimeli: dalle biciclette di Coppi, Bartali, Merckx e Moser
alle maglie rosa, gialle e iridate di campioni quali Adorni, Bugno, Chiappucci,
Indurain, Fondriest e tanti altri
ancora.
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La bicicletta (con solo
due ruote) più lunga del mondo misura 25,88 metri. A progettarla, il Super
Tandem Club di Ceparana, La Spezia. Il lunghissimo bruco a pedali fu guidato per
112 metri da 40 membri del club, su una strada necessariamente poco
tortuosa. Per realizzare il velocipede da primato - 40 selle, 80 pedali,
1.750 chili di peso, 120 metri di catena, un solo freno a disco sulla ruota
posteriore - ci vollero quattro anni, dal 1994 al 20 settembre 1998.
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Il disegno di questa
bicicletta fra le carte di Leonardo da
Vinci è venuto alla luce durante
i lavori di restauro del Codice Atlantico, dopo il distacco di due mezzi fogli
incollati da Pompeo Leoni alla fine del XVI secolo su un foglio di supporto di
detto codice. Il disegno era rimasto invisibile per oltre 360 anni. Autore del
disegno, secondo il Marinoni, era un allievo di Leonardo, detto Salaì.
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Questa è la ricostruzione
computerizzata della bicicletta di Leonardo, in un video interattivo in
occasione della mostra "Due secoli su due ruote" svoltasi a Gorla Maggiore (VA)
di recente.
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La Bicicletta fu introdotta, nel corpo dei
bersaglieri, nel 1898 su proposta del Capitano Luigi Natali
per dare ai Bersaglieri una certa mobilita'. Pesava 30 Kg ed era chiamata
affettuosamente "cariola". Era pieghevole per poter essere spalleggiata durante
gli assalti, aveva le gomme piene e portava una sacca a forma di cartella sulla
canna. Si differenziava nei vari modelli: per fuciliere, per mitragliatore, per
porta munizioni e per Ufficiali provvista di campanello e freni a bacchetta. Nel
1936 venne sostituita dalla motocicletta.
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La bicicletta è stata utilizzata come strumento
di lavoro per tanti mestieri. Molti di voi ricorderanno la bicicletta dell'arrotino. Un tempo provenienti dal resiano, i gues
scendevano a valle con i ferri del loro mestiere. Anticamente arrivavano con una
specie di carriola di legno, la cui ruota serviva ad affilare i coltelli. In
seguito usavano una bicicletta che, opportunamente trasformata, serviva da mezzo
di trasporto e strumento di lavoro. Era provvista di mole su cui, per
raffreddarle dall'attrito, scendeva goccia a goccia l'acqua da un barattolo
arrugginito messo un po' più in alto. Spesso arrivavano nei paesi, dove si
fermavano alcuni giorni e chiedevano ospitalità nei grandi cortili contadini e
la notte trovavano riparo nei fienili o nelle
stalle.
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Fece la sua apparizione
appena prima della guerra: si chiamava velocino, era una
via di mezzo tra una sedia a rotelle e un arnese da equilibristi del circo. Per
lanciarlo dissero che si risparmiava gomma, che invece serviva per le ruote
delle autoblindo. La sensazione più sgradevole era non sentirsi protetti da un
davanti qualsiasi. E poi bisognava reimparare le leggi dell'equilibrio. Ci
furono molti titoli: "dal velocino al pronto soccorso". Così pian piano
non se ne parlò più.
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Per arrampicarsi sulle palme
di Santa Margherita Ligure i giardinieri utilizzano un attrezzo chiamato
bicicletta. L'attrezzo, dotato di due cerchi metallici, offre grande sicurezza
operativa e, al contrario dei tradizionali ramponi, non danneggia il fusto della
pianta. Anche se la sua storia risale alla Svizzera degli anni trenta, dove è
nata per uso forestale, dobbiamo agli spagnoli, ed in particolare a Jose Plumed
Sanchez, l'introduzione della "bicicletta" nel mondo delle palme. I cerchi, di
lunghezze regolabili, sono collegati a piccole pedane che permettono di lavorare
in piedi con grande comodità e minor fatica.
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La velocità massima di discesa in
bicicletta da un ghiacciaio è 212 Km/h. Il record, del marzo 1998,
appartiene al discesista francese di mountain bike Christian Taillefer ed è
stato ottenuto nella veloce pista da sci "Slope" a Vars, in Francia. La
posizione del ciclista sulla neve è ottimizzata dai pedali aerodinamici, dalla
tuta di Lycra (un particolare tessuto che non fa filtrare aria) e da un grande
casco aerodinamico. Inoltre quattro particolari "pinne" sono fissate dietro le
braccia e dietro le gambe dell'atleta.
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Una volta i proprietari di biciclette dovevano pagare una tassa
denominata "contributo manutenzione stradale".
A dimostrazione dell'avvenuto pagamento si attaccava ad anello, sul manubrio
della bicicletta, una targhetta di metallo. La tassa fu abolita poco dopo la
seconda guerra mondiale.
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La pista ciclabile più lunga e più conosciuta in Europa è la
Donauradweg. Ha inizio a Donaueshingen,
cittadina ai margini della Selva Nera, dove due piccoli fiumi, Brigach e Breg,
confluiscono e danno vita al Danubio e finisce a Budapest. Un caratteristico
segnale giallo aiuta il ciclista a trovare la strada lungo il Danubio. La
Donauradweg attraversa quattro stati: la Germania, l’Austria, la Slovacchia e
l'Ungheria. Il tratto tedesco è ben segnalato e strutturato, la pista segue in
molti tratti il Danubio lungo l'argine. Il tratto austriaco è il migliore; in
buona parte si svolge su pista riservata e asfaltata realizzata direttamente
sull'argine del fiume; frequenti i posti di ristoro dedicati ai ciclisti, ottima
la segnaletica. Si arriva direttamente nel cuore di Vienna. Il tratto slovacco è
limitato a pochi kilometri prima e dopo Bratislava. Il tratto ungherese è il
meno buono
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Il guidatore di risciò oggi non tira più il
calessino ma pedala sul trishaw boy, una
bicicletta a tre ruote molto simile, come concezione, ad una side car. In
Oriente è il cavallo dei poveri.
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