martedì 23 ottobre 2012

Altri tipi di bici, anche stravaganti


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serata 2003

pagina aggiornata il 27/12/2003
Serata di festa al ristorante Montalcino
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Una delle novità del 61° Salone delle due ruote di Milano è la bicicletta “Tre Cime”. La moda è esplosa in Giappone. Si tratta di una bicicletta «ibrida», prodotta dalla Colnago, una via di mezzo tra la mountain bike e la bici da passeggio.
Caratteristiche: copripedali per non rovinare i pantaloni, telaio in alluminio leggero come le bici da corsa, 24 rapporti, pedali doppi (da una parte adatti alle scarpette da vero ciclista, dall' altra da utilizzare con le scarpe da tennis), manubrio regolabile.
















La bicicletta elettricamente assistita della Aprilia si chiama ENJOY. Aiuta a vivere la quotidianità degli spostamenti urbani in maniera attiva, dinamica ed ecologica. E' un mezzo nuovo, divertente, facile da usare e in linea con le nuove esigenze di mobilità urbana. Soddisfa alla grande il desiderio di movimento, sport e attività fisica aiutando a ricaricarsi dallo stress di tutti i giorni. Sul sito della Aprilia (vedi la nostra pagina “links amici”) troverete tutte le relative notizie tecniche.












La bicicletta riciclata. Lattine, tubetti, barattoli, fogli di alluminio e altro ancora, ecco quello che serve per costruire la city bike, la prima bicicletta intelligente fatta interamente di alluminio riciclato. Prodotta dal C.I.A.L. Consorzio Imballaggio Alluminio, questa bici è caratterizzata da un deesign innovativo. Solo su ordinazione è disponibile una versione unisex, a scelta gli accessori e il diametro delle ruote (24, 26, 28). (dalla rivista Gioia)





















dalla rivista "Focus"






Bici mostruosa: altezza mt. 5,40 lunghezza mt. 9.50. Ma con ruote più grandi si va più veloce solo in linea di principio. Una ruota di diametro maggiore produce un attrito di rotolamento minore e quindi permette di andare più veloci. Ma esistono varie controindicazioni: una bici così è poco maneggevole; queste dimensioni renderebbero le ruote troppo flessibili e quindi si dovrebbe farle più robuste e più pesanti; il veicolo sarebbe meno sicuro. Dal punto di vista sportivo il regolamento dell'Unione ciclistica internazionale sancisce che le ruote delle bici da gara debbano avere un diametro compreso tra 55 e 70 cm.

























La Autobike è l'unica bicicletta a 8 velocità in grado di variare la rigidità delle sospensioni e di selezionare da sola il rapporto ideale in base alla pendenza mantenendo il numero di giri costante. Una vera comodità, niente più azioni continue sul cambio e ritmo della pedalata sempre lo stesso. Il meccanismo controllato da una centralina elettronica si chiama Digital Integrated Intelligence è stato messo in commercio dalla Shimano (costa oltre 2.000 euro).




















Uno studente britannico ha realizzato un bicitaxi ecologico premiato dalla British Standard Institution. Il taxi è un ibrido tra una bicicletta e un risciò. Dotato di un motore elettrico si chiama quickshaw ottimamente sperimentato nel traffico londinese.


























l'8 settembre si festeggia la Madonna del Ghisallo, patrona dei corridori ciclisti. Almeno una volta nella vita ogni ciclista, per devozione alla Madonna, deve affrontare la salita che conduce al santuario, sorto nel 1603.












Il Ghisallo è un valico della Lombardia, in Brianza (provincia di Como), a 754 metri d'altezza, punto culminante della strada che da Erba conduce a Bellagio per la Valsassina. Vi sorge il famosissimo santuario dedicato alla Madonna protettrice dei ciclisti. Conserva al suo interno una serie interessantissima di cimeli: dalle biciclette di Coppi, Bartali, Merckx e Moser alle maglie rosa, gialle e iridate di campioni quali Adorni, Bugno, Chiappucci, Indurain, Fondriest e tanti altri ancora.
































La bicicletta (con solo due ruote) più lunga del mondo misura 25,88 metri. A progettarla, il Super Tandem Club di Ceparana, La Spezia. Il lunghissimo bruco a pedali fu guidato per 112 metri da 40 membri del club, su una strada necessariamente poco tortuosa.
Per realizzare il velocipede da primato - 40 selle, 80 pedali, 1.750 chili di peso, 120 metri di catena, un solo freno a disco sulla ruota posteriore - ci vollero quattro anni, dal 1994 al 20 settembre 1998.


























Il disegno di questa bicicletta fra le carte di Leonardo da Vinci è venuto alla luce durante i lavori di restauro del Codice Atlantico, dopo il distacco di due mezzi fogli incollati da Pompeo Leoni alla fine del XVI secolo su un foglio di supporto di detto codice. Il disegno era rimasto invisibile per oltre 360 anni. Autore del disegno, secondo il Marinoni, era un allievo di Leonardo, detto Salaì.


















Questa è la ricostruzione computerizzata della bicicletta di Leonardo, in un video interattivo in occasione della mostra "Due secoli su due ruote" svoltasi a Gorla Maggiore (VA) di recente.
































La Bicicletta fu introdotta, nel corpo dei bersaglieri, nel 1898 su proposta del Capitano Luigi Natali per dare ai Bersaglieri una certa mobilita'. Pesava 30 Kg ed era chiamata affettuosamente "cariola". Era pieghevole per poter essere spalleggiata durante gli assalti, aveva le gomme piene e portava una sacca a forma di cartella sulla canna. Si differenziava nei vari modelli: per fuciliere, per mitragliatore, per porta munizioni e per Ufficiali provvista di campanello e freni a bacchetta. Nel 1936 venne sostituita dalla motocicletta.


























La bicicletta è stata utilizzata come strumento di lavoro per tanti mestieri. Molti di voi ricorderanno la bicicletta dell'arrotino. Un tempo provenienti dal resiano, i gues scendevano a valle con i ferri del loro mestiere. Anticamente arrivavano con una specie di carriola di legno, la cui ruota serviva ad affilare i coltelli. In seguito usavano una bicicletta che, opportunamente trasformata, serviva da mezzo di trasporto e strumento di lavoro. Era provvista di mole su cui, per raffreddarle dall'attrito, scendeva goccia a goccia l'acqua da un barattolo arrugginito messo un po' più in alto. Spesso arrivavano nei paesi, dove si fermavano alcuni giorni e chiedevano ospitalità nei grandi cortili contadini e la notte trovavano riparo nei fienili o nelle stalle.






































Fece la sua apparizione appena prima della guerra: si chiamava velocino, era una via di mezzo tra una sedia a rotelle e un arnese da equilibristi del circo. Per lanciarlo dissero che si risparmiava gomma, che invece serviva per le ruote delle autoblindo. La sensazione più sgradevole era non sentirsi protetti da un davanti qualsiasi. E poi bisognava reimparare le leggi dell'equilibrio. Ci furono molti titoli: "dal velocino al pronto soccorso". Così pian piano non se ne parlò più.


























Per arrampicarsi sulle palme di Santa Margherita Ligure i giardinieri utilizzano un attrezzo chiamato bicicletta. L'attrezzo, dotato di due cerchi metallici, offre grande sicurezza operativa e, al contrario dei tradizionali ramponi, non danneggia il fusto della pianta. Anche se la sua storia risale alla Svizzera degli anni trenta, dove è nata per uso forestale, dobbiamo agli spagnoli, ed in particolare a Jose Plumed Sanchez, l'introduzione della "bicicletta" nel mondo delle palme. I cerchi, di lunghezze regolabili, sono collegati a piccole pedane che permettono di lavorare in piedi con grande comodità e minor fatica.
































La velocità massima di discesa in bicicletta da un ghiacciaio è 212 Km/h. Il record, del marzo 1998, appartiene al discesista francese di mountain bike Christian Taillefer ed è stato ottenuto nella veloce pista da sci "Slope" a Vars, in Francia. La posizione del ciclista sulla neve è ottimizzata dai pedali aerodinamici, dalla tuta di Lycra (un particolare tessuto che non fa filtrare aria) e da un grande casco aerodinamico. Inoltre quattro particolari "pinne" sono fissate dietro le braccia e dietro le gambe dell'atleta.
































Una volta i proprietari di biciclette dovevano pagare una tassa denominata "contributo manutenzione stradale". A dimostrazione dell'avvenuto pagamento si attaccava ad anello, sul manubrio della bicicletta, una targhetta di metallo. La tassa fu abolita poco dopo la seconda guerra mondiale.


























La pista ciclabile più lunga e più conosciuta in Europa è la Donauradweg. Ha inizio a Donaueshingen, cittadina ai margini della Selva Nera, dove due piccoli fiumi, Brigach e Breg, confluiscono e danno vita al Danubio e finisce a Budapest. Un caratteristico segnale giallo aiuta il ciclista a trovare la strada lungo il Danubio. La Donauradweg attraversa quattro stati: la Germania, l’Austria, la Slovacchia e l'Ungheria. Il tratto tedesco è ben segnalato e strutturato, la pista segue in molti tratti il Danubio lungo l'argine. Il tratto austriaco è il migliore; in buona parte si svolge su pista riservata e asfaltata realizzata direttamente sull'argine del fiume; frequenti i posti di ristoro dedicati ai ciclisti, ottima la segnaletica. Si arriva direttamente nel cuore di Vienna. Il tratto slovacco è limitato a pochi kilometri prima e dopo Bratislava. Il tratto ungherese è il meno buono






































Il guidatore di risciò oggi non tira più il calessino ma pedala sul trishaw boy, una bicicletta a tre ruote molto simile, come concezione, ad una side car. In Oriente è il cavallo dei poveri.










































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